Charrito - un fumetto per illustrare le proprietà del BioChar
Il biochar nell’arte

Il prossimo 4 ottobre 2024, nell’ambito del progetto BiochArt, si aprirà a Roma la prima mostra collettiva di arte contemporanea sul Biochar, “Alchimia del Carbone. Esplorando il Biochar nell’arte”. Il progetto vede coinvolti circa 30 artisti che hanno sperimentato l’utilizzo del Biochar in varie discipline, tra cui pittura, scultura, fotografia, installazioni e arti performative.

Che cos’è il biochar? Ce lo spiega un fumetto 

Un allegro fumetto in inglese ci spiega, in modo semplice e divertente, che cos’è il carbone di origine vegetale – conosciuto come biochar – attraverso la storia di un personaggio molto particolare. Il suo nome è Charrito. È un piccolo pezzo di carbone derivato da materiali organici.

Il racconto “Char Comics” inizia con la nascita del piccolo Charrito, dopo che rimanenze di legname e sterpaglie agricole sono state scaldate in una grande stufa, in assenza di ossigeno, a una temperatura di 350° C.  Durante la sua vita Charrito incontrerà molti compagni di avventura simili a lui. Fa parte, infatti, di una grande famiglia composta da piccoli e grandi pezzi di carbone. I suoi numerosi cugini svolgono ruoli diversi, ma hanno tutti un’origine comune: i loro genitori sono scarti di cibo o di animali o materiali naturali derivati, ad esempio, dalle potature degli alberi.

Man mano che i giorni passano, Charrito conosce AgriCharro che mantiene i terreni agricoli in buona salute grazie alla sua capacità di rilasciare gradualmente acqua e sostanze nutritive preservando al contempo la flora microbica “buona” della terra. Conoscerà anche AcquaCharro, che contribuisce a purificare le acque da metalli pesanti e impurità tossiche. E, infine, incontrerà CostruCharro, il cugino inserito nei materiali da costruzione che aiuta a ridurre l’utilizzo nell’edilizia dei derivati dal petrolio e di altri agenti inquinanti responsabili dell’aumento dei gas serra.

E Charrito? Quale sarà il suo ruolo? Deve ancora decidere, ma le offerte di lavoro sono molte… La ricerca sta facendo passi da gigante e le opzioni di utilizzo del biochar stanno crescendo in un’economia, si auspica, sempre più attenta all’ambiente e alla salute dell’uomo.

Il progetto di traduzione

Gli autori del fumetto sono A. Jayakumar, C. Wurzer e K. Williamson. La traduzione italiana dalla lingua inglese di Char Comics è stata curata dal professore Mauro Giorcelli, Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino. Oltre alla traduzione in italiano è disponibile anche la traduzione in spagnolo curata da E. G. Bada.

La storia di Charrito e la sua traduzione in italiano e in spagnolo hanno come obiettivo quello di diffondere le informazioni di base sul biochar al di fuori dell’ambito strettamente scientifico, in modo da creare maggiore consapevolezza sulle potenzialità di questo prodotto ecosostenibile.

Come spiega la dott.ssa Rita Salimbeni, giornalista ambientale, nell’intervista a Geo (Rai Tre) del 18/01/2024, il biochar è un carbone vegetale prodotto senza bruciare i materiali di origine. Le biomasse, per esempio gli avanzi di frutta e verdura o i residui di potature, perlopiù certificate, sono sottoposte a un processo di riscaldamento ad altissima temperatura in assenza di ossigeno che permette di evitare l’emissione di CO2 in atmosfera. Il surriscaldamento produce un materiale composto principalmente da carbonio. Per questo motivo appare a prima vista del tutto simile alla comune “carbonella”. Tuttavia, una volta prodotto, il biochar non è destinato a essere bruciato. Il carbonio così rimane imprigionato nello stesso materiale evitando l’emissione di gas nocivi in atmosfera.

La struttura spugnosa del biochar consente, ad esempio, di migliorare i terreni degradati e le sostanze liquide e gassose che vengono prodotte con il suo utilizzo possono essere riutilizzate, favorendo un sistema circolare di riciclo dello stesso materiale.

Biochar: un fertilizzante biologico

 

Australia pioniera

In un’intervista a Radio 24 del 29 ottobre 2023, la dott.ssa Salimbeni e il prof. Giorcelli spiegano che l’Australia è il Paese che ha maggiormente investito in biochar. Soprattutto dopo i devastanti incendi che hanno distrutto ettari di boschi lasciando sul terreno enormi quantità di alberi bruciati o semi-bruciati lasciati a marcire. La loro trasformazione in biochar permette di riutilizzare il legno danneggiato per creare concimi a rilascio graduale di acqua o materiali naturali da utilizzare nell’edilizia.

Ci ha creduto molto Don Coyne, CEO di ANZBIG (Australian New Zealand Biochar Industry Group) che, con l’appoggio degli scienziati e di diversi sponsor, come Earth Systems  e Southern Cross University, ha creato l’Australian Biochar Industry 2030 Roadmap che fornisce alcune linee-guida sulla produzione e sui possibili utilizzi del biochar in diversi settori economici. Nell’automotive, ad esempio, i pigmenti di origine chimica presenti nelle gomme delle auto o nell’asfalto potrebbero essere sostituiti con polvere di biochar, così come il pigmento nero Carbon Black presente nelle vernici, nell’inchiostro delle stampanti e nei materiali per la costruzione delle abitazioni.

Biomasse e l’Italia

Il biochar è stato incluso nella lista degli ammendanti utilizzabili nel suolo e, negli anni successivi, ha ottenuto il via libera parziale per l’applicazione in agricoltura biologica. Le normative europee e quelle nazionali devono, tuttavia, ancora chiarire molti aspetti legati alla sua produzione e al suo utilizzo.

Le imprese italiane stanno dimostrando un interesse crescente per questo prodotto, la cui diffusione, nei prossimi anni, potrebbe godere di un forte impulso per diversi suoi utilizzi, anche se attualmente un numero ancora limitato di aziende sta investendo nel settore.

Speriamo che la ricerca sul biochar, già attiva in Italia e negli altri Paesi europei ed extra europei, prosegua e ottenga gli auspicati risultati. In un’ottica di sviluppo dell’economia circolare può contribuire a delineare strategie efficaci per ridurre le emissioni nocive per l’ambiente.

Biochar e arte

Nel frattempo, possiamo iniziare a conoscere meglio il biochar partecipando agli eventi organizzati nell’ambito del progetto BiochArt e della prima mostra collettiva di arte contemporanea “Alchimia del Carbone. Esplorando il Biochar nell’arte” dal 4 al 28 ottobre, con un focus scientifico dal titolo “BiochArt, arte e scienza insieme per spegnere la CO2”, il 18 ottobre alle 18.00.

L’evento a ingresso gratuito sarà ospitato presso la sede dell’ISA, Istituto Superiore Antincendi (Ministro dell’Interno), in occasione del Trentennale dell’Istituto, al Porto Fluviale di Roma, in Via del Commercio 13, a Roma.

Il progetto ha il Patrocinio di: Regione Lazio, Comune di Roma (VIII Municipio), Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, Politecnico di Torino, Università RomaTre, Dipartimento Scienze RomaTre, Citta dell’Arte – Fondazione Pistoletto, ed è stato organizzato da Gart- GardenArt e Pavart Gallery in collaborazione con la giornalista ambientale Rita Salimbeni, la dott.ssa Petra Lanza e la dott.ssa Vittoria Santilli, con alcuni partner tecnici (Local Carbon Italia, BlockCO2, Carbon Planet, BioEsperia-BioDea, BioFoodArt, 17tons, Alea Contemporary Art, Bi-Biochar) e media partner del settore (TeleAmbiente, Ecquologia). La mostra prevede molti eventi e andrà avanti fino al 28 ottobre.

Inaugurazione: 4 ottobre 2024, ore 17:00 – Per il programma e maggiori informazioni: https://www.gart.bio/biochart

Galactus Traduzioni ringrazia la dott.ssa Salimbeni per averci avvicinato al mondo del biochar e il prof. Giorcelli per avere reso l’argomento accessibile a tutti grazie alla sua traduzione dei Char Comics.

Illustrazioni di R. Das Ashok