I manoscritti di San Daniele del Friuli
Anche Bob Dylan conosce San Daniele del Friuli. Nella piccola piazza di questo paesino Bob ha tenuto il primo concerto del suo tour italiano nel 2015.
Ci siamo un po’ sorpresi. Che cosa aveva di speciale San Daniele del Friuli a parte, cosa comunque non da poco, avere dato i natali al prosciutto più famoso del mondo?
Trascrizioni: un mondo di scoperte
I colleghi trascrittori e archivisti di Galactus ci hanno spiegato che San Daniele nasconde gioielli storici e culturali inaspettati. Qui, incastonata fra il Duomo e la loggia municipale, nascosta e quasi anonima, ha sede la Biblioteca Guarneriana. Fra le più antiche biblioteche pubbliche in Italia, questo luogo d’altri tempi conserva autentici tesori.
Dovete sapere che, nel corso del 1400, un dotto sacerdote e umanista, Guarnerio d’Artegna, entra in contatto con intellettuali e membri della Chiesa di Roma. Qui comincia a raccogliere preziosi testi antichi e manoscritti. Da Roma dovrà poi allontanarsi per non ben chiari motivi di pericolo e rientra in Friuli dove inizia la carriera ecclesiastica. Utilizza la prebenda soprattutto per acquistare testi e diviene egli stesso un copista e un trascrittore di codici. Copia e annota personalmente, ad esempio, il De officiis di Cicerone. Guarnerio diventa la seconda autorità civile e religiosa della zona di San Daniele. Amministra anche la giustizia ed è chiamato a occuparsi degli scandali sessuali e dei comportamenti peccaminosi di monache e chierici all’interno del Monastero Maggiore di Cividale.
In parallelo coltiva il suo sogno di creare una biblioteca pubblica e affida ad un bibliotecario l’organizzazione in casa sua di uno scriptorium. Assume a sue spese nel1449, un copista di professione, Battista da Cingoli e chiede ad abili miniatori di decorare i suoi codici. Così nasce un nucleo consistente di preziosi manoscritti che sono arrivati fino ai giorni nostri.
Il 7 ottobre 1466, Guarnerio, ammalato di peste, tre giorni prima di morire, detta il testamento e lascia alla comunità della chiesa di San Michele «tutti li suoi libri » con l’obbligo di creare un luogo di studio dove il significativo patrimonio librario che aveva raccolto, quasi 175 manoscritti, potesse essere messo a disposizione di tutti. Per questo motivo la Guarneriana è considerata uno dei primi esempi di moderna biblioteca pubblica.
Come racconta il poeta e scrittore Flavio Santi, a Radio 3, quando entri alla Guarneriana, ti “sembra di entrare in un luogo magico” fatto di porte che scricchiolano che ti rimandano a qualche secolo prima. Quel che colpisce i trascrittori, i paleografi o semplici appassionati è anche l’odore, inconfondibile, quasi “mieloso” del legno e della pergamena.
I manoscritti più preziosi
All’ingresso, si accede a una sala capolavoro in ebano con fregi lignei, la sala Fontanini. Qui si trova anche un passaggio segreto per accedere ad alcuni libri del piano superiore. Dietro grate di sicurezza si trovano pezzi unici e preziosi donati da Giusto Fontanini, collezionista del ‘700. Si tratta di più di 100 manoscritti e diverse edizioni a stampa, testi antichi datati tra il ‘500 e il ‘700. All’interno sono state ritrovate anche pergamene musicali nascoste.
Tra i pezzi più preziosi donati da Guarnerio d’Artegna, vi è la famosissima Bibbia bizantina, scritta forse a Gerusalemme alla fine del XII secolo. Manoscritto, e quindi pezzo unico, enorme, pesante, con pagine in pergamena ovvero in pelle di animale. Sono stupefacenti le lettere iniziali miniate con oro zecchino e l’azzurro creato dai lapislazzuli. Sembrano minuscoli affreschi che accompagnano il testo in una perfetta combinazione di letteratura e pittura.
Un altro pezzo unico è un manoscritto assemblato dal copista di fiducia di Guarnerio, Battista da Cingoli, artista, copista e trascrittore che scrive in littera antiqua. Gli epigrammi di Marziale hanno iniziali di capitolo – i capilettera – dipinte in colori vivissimi, sono come opere pittoriche con una loro vita autonoma. La lettera P, ad esempio, è una donna con una ghirlanda. La A è composta da due uomini che reggono un animale come in un circo.
Tra gli altri preziosi manoscritti, vi è una Divina Commedia di fine ‘300, con note e commenti in latino e volgare, e il cosiddetto Messale Parmense. La prima miniatura del Messale è di una bellezza sconcertante, richiama il Beato Angelico e la sua Annunciazione. Questo manoscritto, assieme a tanti altri tesori, è stato nascosto nei sotterranei dell’ospedale di San Daniele durante la Seconda guerra mondiale. Dopo l’8 settembre viene trafugato ma poi viene fortunatamente ritrovato.
Una gita a San Daniele del Friuli
Anche se non si è appassionati di testi antichi, San Daniele è comunque una meta molto interessante per una gita. Sono in pochi a sapere della biblioteca Guarneriana, ma ancora meno persone sanno che il Tiepolo ha affrescato una delle pareti del Duomo. E se neanche questo è motivo di attrazione, rimane il fatto che nella zona si possono gustare il famoso prosciutto di San Daniele e i succulenti gelsi bianchi del Friuli con tutte le loro applicazioni culinarie.
Per saperne di più rimandiamo al testo di Angelo Floramo, Guarneriana segreta, 2015
Immagine: da guarneriana.it