Traduzione impossibile: in fumo il processo alla Mafia Cinese
Traduzione impossibile: in fumo il processo alla Mafia Cinese
Prato (PO). Individuata una gigantesca organizzazione criminale cinese. Tra il 2006 e il 2010 alla mafia cinese sono stati sequestrati 93 milioni di beni. 400 imputati. Riciclati dall’Italia alla Cina e sottratti al Fisco quasi 3 miliardi di euro. Grazie a una serie di Money Transfer sparsi in varie regioni, frammentavano gli invii di denaro in tranche da 1999,00 euro per depistare le indagini delle Fiamme Gialle.
Del maxi-processo non resta più nulla.
Tutte le indagini e le risorse spese per portare sul banco degli imputati imprenditori, prestanome e mediatori accusati anche di sfruttamento della prostituzione in finti centri massaggi e sotto-fatturazione di tonnellate di stoffe, sono state inutili. L’80% dei beni sequestrati è stato restituito: 73 aziende, 181 immobili, 300 conti correnti e 166 auto. Tutto da rifare. Com’è possibile?
I giudici parlano di difficoltà nel reperire traduttori professionisti di Cinese che fossero in grado di tradurre i documenti e le intercettazioni. Una volta trovati i traduttori, rimaneva comunque la difficoltà di capire una lingua che non era il Cinese ufficiale, ma più spesso il dialetto del Fujian, regione da cui proviene la maggior parte dei Cinesi immigrati in Italia. In più, come ha spiegato il presidente del tribunale di Prato: “chi si presta a tradurre le deposizioni, sia in fase di indagini preliminari che durante il processo, si espone al rischio di essere individuato e potenzialmente minacciato da chi ha interesse a non far sapere alla giustizia italiana che cosa è avvenuto nella comunità cinese”.
Valorizzare il ruolo dei traduttori
Certo non ci stupisce che si arrivi a questo. Ci si aspetterebbe che le competenze di professionisti tanto importanti per l’applicazione della Legge Italiana siano valorizzate in considerazione del loro delicato compito. Più volte, invece, ci siamo trovati a denunciare il deficitario sistema di reclutamento di traduttori e interpreti da parte dei Tribunali. Per non parlare dell’umiliante retribuzione che gli viene offerta, circa 4,075 euro l’ora (le cosiddette “vacazioni”).
E’ naturale che i traduttori professionisti ormai rifiutano gli incarichi e i giudici sono costretti a rivolgersi a persone inesperte, disposte ad accontentarsi. E, a volte, non basta neanche questo. I processi naufragano e molti criminali rimangono impuniti. Oppure, peggio, le condanne si basano su traduzioni eseguite da traduttori improvvisati senza titolo di studio o con un basso livello di conoscenza dell’Italiano.
Fortunatamente, presso il Tribunale di Milano possono operare solo Traduttori e Interpreti registrati all’Albo o iscritti alle associazioni di categoria e a cui si affida anche Galactus Traduzioni. Ma non è così in tutta Italia. Forse con un’offerta retributiva più equa, traduttori e interpreti di Cinese sarebbero stati reperiti con più facilità?
Fonte: La Stampa, 18 aprile 2018
Immagine: Il Tirreno, Edizione Prato